L’ANPI è a favore, con fermezza e convinzione, della “Convenzione contro la violenza maschile sulle donne”
Contro il neofascismo, il nazismo e l’antisemitismo
Il Comitato nazionale dell’ANPI condivide la denuncia e le proposte avanzate dalla
“Convenzione contro la violenza maschile sulle donne”.
L’ANPI considera l’allarmante aumento della violenza sulle donne, un aspetto
particolarmente ripugnante del generale degrado culturale che vede fra l’altro
riapparire nel nostro Paese fenomeni di aggressività, intolleranza, esaltazione di
eventi e persone delle cui responsabilità l’Italia non ha mai preso sufficientemente
coscienza.
Fra questi ritorni che ricordano la cultura fascista, è sicuramente presente il
virilismo, la prepotenza e la sopraffazione. E, sopra ogni cosa e prima di tutto,
un’idea della donna come proprietà privata al cui possesso sarebbe una debolezza
inaccettabile rinunciare: un disonore per la propria autorità di maschio.
L’ANPI, per la sua stessa origine e ragion d’essere, avendo nelle sue file donne che
per prime hanno concretamente combattuto per cancellare (si sperava una volta per
tutte) quella cultura, da mesi ha avviato iniziative e campagne per contrastare
l’odioso ritorno .
Proprio per il pericoloso moltiplicarsi degli atti di violenza e l’insufficiente contrasto
da parte delle istituzioni, l’ANPI moltiplica i suoi interventi anche nelle scuole, dove
incontra l’appassionato interesse delle giovanissime generazioni. In questo ambito
sta organizzando per il mese di febbraio un convegno nazionale sul coraggio delle
donne, anche nel periodo fascista, nel corso del quale intende approfondire la storia
di quel che il fascismo è stato per le donne e, soprattutto, come certi elementi della
cultura fascista tendano a riemergere come costante in questo Paese.
L’ANPI è dunque presente con fermezza e convinzione in questa battaglia e augura
alla Convenzione i migliori successi.
IL COMITATO NAZIONALE ANPI
Ordine del giorno del Comitato Nazionale ANPI del 30 ottobre 20l2
Il Comitato Nazionale dell’ANPI,
considerato che le manifestazioni neofasciste si stanno moltiplicando in
tutta Italia, con adunate, celebrazioni della Marcia su Roma, raduni a
Predappio, indizioni di assemblee pubbliche in tutta Italia; che tutto questo
si unisce ad episodi gravissimi come quello del Sacrario in ricordo di
Rodolfo Graziani e ad altri addirittura ridicoli come quello del Preside che
ha tentato di collocare nell’Aula magna di una scuola il ritratto di Benito
Mussolini o la proposta, a Forlì, di intitolare l’aereoporto della città a
Benito Mussolini; che, ancora, tutto questo si collega, più o meno
direttamente, alle contemporanee irruzioni di giovani della destra fascista
in alcune scuole di Roma.
Considerato altresì che basta immettersi nella rete per trovare,
manifestazioni altrettanto (e spesso più ancora) inaccettabili di fascismo e
razzismo, con simboli inequivocabili e raccapriccianti; che su vari siti nel
web, appaiono quotidianamente scritti d’immonda propaganda antiebraica,
che vanno perfino al di là del più bieco negazionismo, per irridere al
sacrificio di Anna Frank, fare dichiarazioni deliranti di soddisfazione per la
morte di Shlomo Venezia, e così via, in un crescendo di brutalità e di
razzismo senza limiti.
Il C.N. ritiene che la misura sia ormai colma e che si debba finalmente
porre fine a questa orgia di apologia del fascismo e dell’ideologia di un
partito che ha ucciso oppositori, altri ne ha destinati a lunghi periodi di
detenzione e/o di confino, ha mandato a morire tanti giovani in guerre
assurde e perdute, ha perseguitato gli ebrei con le leggi razziali e in tante
altre forme, in aiuto alle barbarie dei nazisti.
Considerato altresì che non è più tollerabile che non siano gli organi di
Stato, le istituzioni pubbliche a far cessare queste vergognose
manifestazioni, che richiamano alla mente soltanto orrore e morte e che è
tempo che intervenga il Governo, si muovano i Prefetti e i Questori, i
preposti all’ordine pubblico, l’Autorità giudiziaria, per quanto di
competenza di ciascuno. È fortemente auspicabile, nel contempo, che alla
latitanza di molti partiti e della politica su queste tematiche, si sostituisca
un rinnovato impegno.
Ritenuto che non è più accettabile che, nel nostro sistema giuridico,
manchi ancora una normativa diretta a troncare il diffondersi di
fenomeni come quelli sopra descritti, su un “palcoscenico privilegiato”
come quello del Web e che sarebbe ora che il Governo procedesse alla
ratifica del Protocollo addizionale alla Convenzione di Budapest relativo
agli atti di natura razzista e xenofoba, promosso dal Consiglio di Europa
per un migliore coordinamento delle polizie per la prevenzione e
repressione dei crimini informatici, con specifico riferimento alle varie
forme di antisemitismo e razzismo.
Questa sciagurata éscalation di neofascismo e di razzismo deve trovarsi di
fronte ad una barriera opposta dall’intera struttura dello Stato democratico,
prima ancora che siano i cittadini ad opporsi, come peraltro stanno facendo,
in tanti e da tempo, ma inutilmente.
Di questo quadro vergognoso se ne cominciano ad accorgere anche
all’estero, dove non pochi giornali hanno dedicato largo spazio
(ovviamente critico) alla vicenda del Sacrario per Graziani.
Abbiamo attraversato periodi sgradevoli – oggi superati – in cui il nostro
Paese veniva considerato con alterigia e disprezzo da altri popoli.
Non possiamo accettare che ci considerino come un luogo pieno di
“nostalgici”, che aspirano ad allinearci con alcuni tra i Paesi meno
democratici di Europa.
L’ANPI ha lanciato un programma di impegno antifascista, il 25 luglio
2012, assieme all’Istituto Cervi ed ha invitato tutti i propri organismi
periferici a mobilitarsi per difendere la nostra Carta Costituzionale. Ma
bisogna fare ancora di più e bisogna coinvolgere i troppi cittadini
disattenti o distratti, che ignorano o sottovalutano la pericolosità di
questo fenomeno e di tutto ciò che sta accadendo in tante parti d’Italia.
Soprattutto, occorre che siano coinvolte le istituzioni, a cominciare dal
Governo.
L’ANPI chiederà un incontro al Ministro dell’interno per consegnare
formalmente un dossier con le notizie delle principali manifestazioni
fasciste e razziste dell’anno in corso, per valutare la situazione e le
prospettive e chiedere che si superi l’arcaica concezione secondo la quale
questi fatti possono porre, al più, qualche problema di ordine pubblico, per
entrare, invece, in campo con decisione, in tutte le forme previste dalla
legge, in difesa della democrazia e dei valori portanti della Costituzione.
Analoga richiesta di incontro verrà indirizzata al Ministro della Pubblica
Istruzione, perché non c’è dubbio (era scritto perfino nella legge “Scelba”
del 1952, all’art. 9) che è proprio dalla scuola che occorre partire per creare
una vera cultura democratica e antifascista, fornendo ai giovani dati storici
e informazioni concrete su ciò che è avvenuto, in Italia, dal 1922 al 1945.
Allo stesso Ministro, che ha partecipato, lo scorso anno, ad un viaggio –
con studenti – ad Auschwitz, si chiederà un impegno per contribuire a
rimuovere ogni ostacolo che si sta opponendo ai viaggi della memoria,
tanto importanti anche ai fini formativi.
Verrà, altresì, richiesto un incontro col Vicepresidente del Consiglio
superiore della Magistratura, per studiare le forme di sensibilizzazione,
su questi temi, all’interno del sistema giudiziario, anche mediante
inserimento di alcune specifiche materie nei corsi di formazione,
centralizzati e decentrati.
Infine, verrà chiesto un incontro al Ministro per la cooperazione
internazionale Andrea Riccardi, che più volte ha assunto ferme posizioni
specialmente a riguardo delle manifestazioni di razzismo e antisemitismo,
per valutare quali iniziative possano essere assunte, sotto ogni profilo, per
stroncare i gravi fenomeni più sopra denunciati, anche prendendo
ispirazione da quanto si è fatto e si sta facendo in altri Paesi europei contro
il negazionismo e raccogliendo gli appelli che sono comparsi anche sulla
stampa (v. articoli di M. Pirani su “Repubblica” del 1 e 10 ottobre 2012).
Nei prossimi mesi si compirà una verifica attenta di quanto si è potuto
attuare e dei concreti risultati raggiunti; verifica che sarà peraltro effettuata
in forma pubblica, ed eventualmente in concorso con altre Associazioni
interessate, anche per il coinvolgimento della cittadinanza nel suo
complesso.
L’ANPI tiene a ribadire, conclusivamente, che non è questo il Paese che
sognavano i Combattenti per la libertà e che è necessario ricondurlo al
più presto entro i binari della legalità, della democrazia e dell’antifascismo,
anche per rispetto al sacrificio di quanti hanno perduto la vita, combattendo
contro i fascisti ed i tedeschi, per dare al nostro Paese la libertà. Tutta
l’Associazione è fortemente impegnata – e deve esserlo sempre di più –
per impedire una insopportabile deriva, populista, razzista e nostalgica
del fascismo; ci dobbiamo considerare permanentemente impegnati a
difendere i valori della democrazia e della Costituzione.
Roma, 30 ottobre 2012
Il Comitato nazionale
dell’Associazione Nazionale
Partigiani di Italia