È morto Rosario Bentivegna, Partigiano Gappista

Muore Bentivegna
il partigiano di via Rasella

Uomo dei Gap, uno dei gruppi più attivi della Resistenza, si è spento ieri a 89 anni. Con la moglie, Carla Capponi, prese parte all’attacco del 23 marzo del 1944 a un reparto delle truppe di occupazione, che uccise 32 soldati tedeschi.

di PAOLO BOCCACCI

Muore Bentivegna  il partigiano di via Rasella

Via Rasella dopo l'attacco partigiano

 

E’ morto il partigiano di via Rasella. Rosario Bentivegna, l’uomo dei Gap, uno dei gruppi più attivi della Resistenza, si è spento ieri a 89 anni. Con la moglie, Carla Capponi, prese parte all’attacco del 23 marzo del 1944 a un reparto delle truppe di occupazione, che uccise 32 soldati tedeschi.

E la reazione nazista fu atroce: il massacro delle Fosse Ardeatine. Tra le sue ultime volontà quella di essere cremato e varie associazioni partigiane ora vorrebbero ricordarlo con una cerimonia pubblica che coinvolga i romani.

Era nato a Roma il 22 giugno del 1922 e già negli anni del liceo era stato un attivo antifascista. Con Leonardo Jannaccone, Corrado Nourian e Nino Baldini aveva costituto, infatti, nel 1939, un gruppo detto di “unificazione marxista”, che attirò presto l’attenzione della polizia fascista.

Arrestato nel 1941, dopo la scarcerazione Bentivegna aderì nel 1943 al Partito comunista. Con l’armistizio e la formazione dei Gruppi di azione patriottica, fu tra i più valorosi protagonisti della Resistenza, sia a Roma (assalto a militari tedeschi in piazza Barberini, attacco ad un corteo fascista in via Tomacelli) che nella zona della Casilina, dove comandò formazioni partigiane.

Pochi mesi dopo la liberazione della Capitale, decise di continuare la sua lotta contro i nazifascisti in Jugoslavia e in Montenegro.

Rientrato in Italia dopo la conclusione della guerra Bentivegna (che per un paio d’anni fu anche redattore dell’Unità, prima di riprendere

gli studi e di dedicarsi alla professione di medico),è stato sottoposto per le sue imprese di partigiano a numerosi processi, dai quali è uscito sempre assolto per la legittimità delle sue azioni.

“Sasà era un uomo straordinario. Guai a definirlo eroe”, racconta Ernesto Nassi, vicepresidente dell’Anpi Roma. “E’ una notizia tristissima” ha detto il presidente della Provincia Nicola Zingaretti, ad Auschwitz per il viaggio della memoria con gli studenti “Durante l’occupazione nazi-fascista affrontò con coraggio la battaglia per la libertà”. E il presidente della Comunità ebraica Pacifici: “E’ morto un eroe. Un eroe soprattutto per noi ebrei. E’ triste che in certi ambienti, alcuni malignamente sostengano che il non essersi costituito sia costato la vita a 335 italiani. La versione dei fatti fu un’altra: non ci fu il tempo per costituirsi perché la furia nazista colpì senza preavviso. In accordo con la famiglia organizzeremo una serata per ricordarlo e gli dedicheremo la piantumazione di alberi come dalla nostra tradizione”.

Repubblica 03 aprile 2012

 

È morto Rosario Bentivegna

 

È venuto a mancare ieri sera il Combattente partigiano, Medaglia d’argento al valor militare, Rosario Bentivegna: a giugno avrebbe compiuto novant’anni. Avvicinatosi al marxismo sul finire degli anni Trenta, durante la guerra, mentre era studente in Medicina, entrava nel Pci. Dopo l’8 settembre 1943 partecipava alla formazione dei Gruppi d’azione patriottica (Gap) romani. Con il ruolo di Comandante, partecipava a

numerose azioni di guerriglia contro i nazifascisti. Alla più celebre di queste la sua figura resterà per sempre legata: l’azione di via Rasella. Nel pomeriggio del 23 marzo 1944, vestito da spazzino, con i bidoni pieni d’esplosivo, Bentivegna è nel commando dei Gap che fa saltare in aria un reparto di SS altoatesine in marcia, pronte per essere adibite alla repressione antipartigiana. La mattina dopo, la feroce ritorsione nazifascista con l’esecuzione di 335 cittadini inermi, tra antifascisti, partigiani ed ebrei, presso le fosse Ardeatine. Sin da subito, su questi avvenimenti si iniziavano a diffondere voci calunniose, provenienti dagli ambienti fascisti così come da quelli monarchici e conservatori, secondo cui se i gappisti si fossero consegnati ai tedeschi la strage delle Ardeatine non sarebbe avvenuta e che tal proposito sarebbero stati diffusi inviti con manifesti ed altoparlanti. Com’è noto, la richiesta venne divulgata solo a strage avvenuta, quando l’ordine era “già stato eseguito”. Nel corso degli anni, però, non ha smesso mai di funzionare una vera e propria fabbrica del falso al fine di addossare ai gappisti le responsabilità delle Ardeatine, sempre e costantemente smentita da diverse sentenze della magistratura che hanno ribadito la legittimità di quell’attacco, un’azione bellica contro un esercito occupante. Un atto, aggiungiamo, di singolare coraggio che ha inferto un duro colpo al nazifascismo contribuendo alla sconfitta militare del Terzo reich.

Dopo la Liberazione di Roma, per proseguire la lotta contro il fascismo, Bentivegna si era fatto inviare dal Pci in Jugoslavia, come Vicecommissario della Divisione Garibaldi. Dopo la guerra si dedicherà alla professione di medico, anatomopatologo, e alla militanza nel Pci, da cui deciderà di uscire nel 1985. A partire dagli anni Novanta, contro un revisionismo strumentale montante che, ricordiamolo, per gran parte ha fatto perno sull’argomento via Rasella – fosse Ardeatine, Bentivegna ha redatto alcune pregevoli monografie.

Proprio di recente è uscita la sua autobiografia, Senza fare di necessità virtù (Einaudi, 2011) che sabato 24 marzo, 68° delle Ardeatine, abbiamo presentato a Viterbo, con la coautrice Michela Ponzani. Rosario non era potuto venire, raccomandandosi di portare il proprio saluto a tutti i presenti.

Con Bentivegna se ne va una delle ultime figure eroiche della nostra Resistenza, uno spirito libero, sempre pronto a confrontarsi alla pari con chiunque senza mai mettersi in cattedra.

Il Comitato provinciale Anpi di Viterbo inchina la propria bandiera.

Domani mattina, 4 aprile, sarà allestita la camera ardente presso la Provincia di Roma.

 

Silvio Antonini

Presidente

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