Come FLC-CGIL e ANPI condividiamo lo spirito delle iniziative messe in campo dal Comitato “Enna Città laica”, in difesa dei valori della Costituzione in cui tutti i cittadini cattolici e non si riconoscono e ricordiamo che la decisione di erigere la statua di Mazzini nella Piazza è stata frutto della volontà di tutte le espressioni politiche e dell’intera comunità che nel dopoguerra si riconosceva (ed ancora si riconosce, sebbene inascoltata) nei valori di democrazia, laicità, libertà ed eguaglianza cui il Risorgimento aveva anelato.
Quindi aderiamo al Comitato “Enna città laica” per dare sostegno a quella che riteniamo essere una giusta battaglia di molti cittadini, credenti e non, che denunciano il rischio di spostamento della statua di Giuseppe Mazzini dalla omonima piazza. Piazza che, comunque, da 150 anni è la piazza del Risorgimento, infatti precedentemente era intitolata a Giuseppe Garibaldi. Ad oggi non siamo a conoscenza di alcun atto formale che indichi quale sarebbe la fine della statua del patriota genovese, registriamo solo conferenze stampa e dichiarazioni che, senza voler ledere il diritto di parola di nessuno, a nostro avviso provengono anche da sedi non adeguate a trattare il tema e che tentano di sostituirsi alle Istituzioni a ciò deputate.
La statua di Mazzini ha un legame fortissimo con l’Italia di oggi e la sua Costituzione, per questo non può essere trattata come un suppellettile da spostare secondo le volontà di gruppi di pressione, ma il suo destino deve essere deciso dal massimo organismo che rappresenta la volontà popolare: il Consiglio Comunale.
Mazzini è un simbolo per l’Italia intera perché nella bellissima costituzione della Repubblica romana ci sono i semi che germoglieranno nella Costituzione approvata dopo la Guerra di Liberazione nel 1948.
Per la prima volta nella storia, infatti, nella breve esperienza del febbraio-luglio 1849 si registra la fondazione di uno Stato su dei valori e non su fortuite coincidenze, quali quella di abitare in un certo luogo o quella di un comune patrimonio culturale; difatti, i cittadini della Repubblica romana sceglievano di unirsi sotto un patto segnato dai valori di eguaglianza, libertà e fraternità.
Tanto è vero che, se quella fragile esperienza non fosse stata cancellata dalle truppe francesi, secondo la Costituzione potevano diventare cittadini romani gli stranieri residenti nella repubblica da almeno 6 mesi; al solo confronto con le idee in tema di immigrazione che circolano nel panorama politico attuale, non può che ammirarsi lo spessore e la lungimiranza del patriota genovese.
Inoltre, in ossequio ai richiamati valori fondanti della Repubblica romana, nella sua Costituzione, tra le altre cose, si sancivano: l’abolizione dei titoli nobiliari, l’impegno dello Stato alla distribuzione più equa possibile delle ricchezze, la fratellanza di tutti i popoli e le guarantigie necessarie per l’esercizio indipendente del potere spirituale al Pontefice. E tantissime altre sono le corrispondenze tra quella Costituzione e la nostra: l’inviolabilità della persona e la proscrizione della pena di morte, la libertà di associazione, la separazione dei poteri. Tutti elementi di riflessione attuali, ancora oggi.
Per tutto questo crediamo che la statua debba rimanere dov’ è, essendo simbolo di valori universali, senza tempo e senza luogo, in cui tutti i cittadini possano riconoscersi.
Enna, 13 aprile 2012 Angela Accascina
Segretaria provinciale Flc-Cgil
Arturo Giunta
Presidente provinciale Anpi
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