Anpinews 34

n. 34 – 11/18 maggio 2012 Periodico iscritto al R.O.C. n.6552

APPUNTAMENTI

Il 12 maggio, all’Istituto Alcide Cervi, un seminario di studio, promosso dall’ANPI Nazionale, su neofascismo e neonazismo

Si svolgerà nell’intera giornata di sabato 12 maggio, all’Istituto Alcide Cervi a Gattatico (RE), un seminario di studio promosso dall’ANPI Nazionale su neofascismo e neonazismo. Il seminario – che vedrà la partecipazione di storici, giornalisti e giuristi, coordinati dal Presidente Nazionale dell’ANPI Carlo Smuraglia – si articolerà in 3 sessioni: neofascismo in Italia; neonazismi in Europa; efficacia della legislazione vigente. Le risultanze del seminario – realizzato in collaborazione con l’Istituto Alcide Cervi – verranno esposte e approfondite nel corso della Festa Nazionale dell’ANPI a Marzabotto.

E’ attivo il blog della Festa Nazionale ANPI, www.festa.anpi.it, con notizie, adesioni, videointerviste, informazioni logistiche e tanto altro. La Festa, intitolatala memoria batte nel cuore del futurosi svolgerà a Marzabotto dal 14 al 17 giugno prossimi.

ARGOMENTI

NOTAZIONI DEL PRESIDENTE NAZIONALE ANPI

CARLO SMURAGLIA: La complessa situazione politica italiana ed europea. Il 2 giugno, Festa della

Repubblica e della Costituzione

Stiamo entrando in un quadro veramente complesso e difficile, anche se non privo di alcune novità importanti. Anzitutto, la Francia. Ha vinto il socialista Hollande e, a parte la soddisfazione dei democratici di tutta Europa, sta di fatto che le cose possono cambiare a livello europeo e qualche correzione può essere apportata agli indirizzi di un liberismo senza regole e di un rigore troppo rigido e senza crescita.

A livello europeo, si aprono, dunque, orizzonti nuovi e non si può che prenderne atto, con soddisfazione e speranza. Assai grave, invece, la situazione della Grecia, che appare veramente ingovernabile e in cui sembrano prevalere tendenze antieuropeistiche e perfino antieuro; tendenze che, se realizzate, inciderebbero su tutta la vicenda europea nel suo complesso e, non ultima, anche sulla situazione italiana.

E’ lecito e giusto essere preoccupati a fronte di scenari così incerti. Venendo all’Italia, l’esito delle amministrative è sotto gli occhi di tutti. Prendiamo atto, anzitutto, che ci saranno non pochi Comuni in cui la guida resterà o passerà a partiti e coalizioni dichiaratamente antifasciste e democratiche. E questo è un dato positivo. Da rilevare anche le palesi difficoltà in cui versa tutto il centro-destra; e, conoscendone le caratteristiche (che non sono quelle di un liberalismo vero e moderno, col quale il confronto sarebbe possibile), non c’è davvero da strapparsi le vesti per questo dèbacle (anzi!). Clamoroso il successo dei movimenti che raccolgono la protesta, pur senza indicare precisi e concreti sbocchi; e altrettanto notevole e preoccupante l’astensionismo. Tutto facilmente prevedibile, peraltro, in una situazione di gravissime difficoltà economiche, di generale e diffusa insicurezza e di distacco quasi totale di gran parte dei cittadini dalla politica. Sono fenomeni gravi, che bisogna correggere al più presto, perché è necessario che la protesta e l’indignazione vengano incanalate verso obiettivi realizzabili; ed è altrettanto indispensabile che il baratro che si è aperto tra cittadini – istituzioni – politica venga rapidamente colmato. Ma è inutile aspettare il contributo del solito “stellone”. Queste situazioni si correggono solo con azioni decise, con precisi interventi sull’economia e sullo sviluppo e con operazioni non formali, ma effettive e concrete di ricupero di credibilità. Altrimenti, può accadere – lo sappiamo e la storia ci conferma questo rischio – di fare il gioco dei movimenti di destra, come è dimostrato dai voti acquisiti da Marine Le Pen, in Francia, e da una formazione paranazista in Grecia.

Occorre dunque una particolare attenzione da parte nostra, l’esplicitazione della “coscienza critica” nei confronti dei partiti in forme sempre più intense, una pressione forte sul Governo perché crescita ed equità divengano gli obiettivi costanti e predominanti dell’azione governativa. Ma occorre anche aumentare, come si diceva una volta, la “vigilanza” o almeno l’attenzione, a fronte di altri fenomeni che si stanno verificando. Ne cito solo due.

Il primo riguarda l’attentato compiuto a Genova, gravissimo di per sé, ma anche suscitatore di ricordi dolorosi e di preoccupazioni vivissime. Certo, non conosciamo né la matrice, né le finalità, né la consistenza di chi lo ha preparato. Ma ogni volta che spuntano le armi da fuoco e vengono usate contro una persona, c’è da allarmarsi, perché difficilmente la violenza è fine a se stessa e dunque davvero non vorremmo che incominciasse un’altra stagione di attentati e di atti terroristici. Una preoccupazione fondata, dunque, che deve metterci all’erta e farci avvertiti dei pericoli. Intanto, la condanna di quanto è accaduto non può che essere ferma e nettissima da parte di tutti.

Il secondo fatto che vorrei sottolineare è l’impegno che la destra sta impiegando per affossare la nuova normativa sulla corruzione, cercando di tornare al testo “Alfano”, chiaramente più gradito a chi di dovere. In una situazione di degenerazione come quella attuale, queste manovre sono inconcepibili: la corruzione va combattuta con fermezza e con tutti gli strumenti, compresi quelli giuridici. Mettersi di traverso proprio su questo tema significa non sentire l’esigenza di un rinnovamento morale del nostro Paese. E questo sconcerta e preoccupa, perché – anzi – tutti dovrebbero sentirsi impegnati in un’opera di risanamento e di riscatto.

Abbiamo appreso, con piacere, che le grandi Confederazioni hanno ritrovato l’unità e faranno insieme una grande manifestazione il 2 giugno, giorno in cui festeggiamo la Repubblica e la Costituzione. La manifestazione è chiaramente sindacale e quindi ne rispetteremo l’autonomia; ma molti degli obiettivi sono anche i nostri, molte delle richieste formulate al Governo sono da noi condivise. E dunque appoggeremo la manifestazione, anche per sottolineare la particolare giornata in cui si svolge.

Fra l’altro, quest’anno sarà impossibile realizzare la manifestazione unitaria e pluralista degli anni scorsi, a Milano, per la presenza – in quei giorni – a Milano, del Pontefice con una serie di manifestazioni e di iniziative che intendiamo rispettare; in più, ritengo sia giusto favorire la massima partecipazione alla manifestazione sindacale romana da parte di tutti coloro che si riconoscono negli obiettivi, nelle richieste, nelle proposte delle tre Confederazioni.

Noi coglieremo l’occasione per manifestare, ancora una volta, la nostra ferma visione repubblicana e il nostro appassionato legame alla Costituzione italiana, guida e faro sicuro e intangibile della nostra convivenza civile. E ancora una volta ribadiremo il nostro antifascismo, contro ogni tendenza o vocazione populista e autoritaria e contro ogni rigurgito di neofascismo e neonazismo.

Sarà, ancora una volta, l’occasione per ribadire che la Costituzione italiana è fondata sul lavoro e sulla dignità del lavoro e garantisce l’esplicazione di tutti i diritti, civili, politici, sociali ed umani. E’ a questo imperativo categorico che debbono ubbidire i governi del Paese, perché è la Carta costituzionale che costituisce la guida e il punto di riferimento dell’intera vita del nostro Paese.

Considero opportuno richiamare l’attenzione su un articolo del Regolamento Nazionale ANPI che riguarda le Sezioni, la loro iniziativa, i loro comportamenti, le loro competenze

Il 2 maggio è entrato in vigore il nuovo Regolamento. Ne commenteremo, via via, gli articoli più importanti, man mano che se ne presenterà l’occasione. Oggi vogliamo richiamare l’attenzione su un articolo di particolare rilevanza, che riguarda le Sezioni, la loro iniziativa, i loro comportamenti, le loro competenze (art. 5). Della norma, che è abbastanza complessa, sottolineerà due aspetti di cui il primo riguarda l’ambito d’azione. Il comma 3 recita “Le sezioni svolgono la loto attività ciascuno nel proprio ambito di competenza territoriale.

Il Comma 6 recita “ciascuna sezione è tenuta a segnalare preventivamente al

Comitato provinciale le iniziative e le pubblicazioni, anche con mezzi informatici, impegnative del nome dell’Anpi”. Due norme che non hanno certo carattere burocratico e che non mirano a restringere il campo d’azione delle Sezioni, ma solo ad introdurre una disciplina che eviti il caos e che sia degna di un’Associazione che ha una forte tradizione ed ha superato da tempo i centomila iscritti e dunque ha bisogno di qualche regola a cui tutti si attengano. In sostanza, il ruolo della Sezione è locale; e soprattutto la Sezione deve rapportarsi al suo Comitato provinciale quando avvia iniziative che impegnano il nome dell’Anpi. La ragione è fin troppo chiara. Se così non fosse, ognuno procederebbe per proprio conto, magari esponendo – non con cattive intenzioni ma anche solo per esuberanza – l’Anpi a cattive figure, visto che si opera in suo nome e ci si rivolge ai suoi iscritti. In più, da sempre, l’organo centrale della struttura organizzativa dell’Associazione è il Comitato provinciale, che dunque deve conoscere ciò che accade nelle sezioni ed all’occorrenza intervenire ove ci sia da correggere, da assicurare il pluralismo e soprattutto dove ci sia da tutelare la sostanza stessa, il nome e l’immagine dell’Anpi.

In questo modo, dunque, quelle norme vanno vissute ed applicate; perché vogliamo essere una vera Associazione e non un coacervo di gruppi che operano a loro piacimento, al di là delle proprie competenze e senza informare gli organi provinciali.

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